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Aristotele nella sua Etica Nicomachea diceva che «tutte le azioni umane sono rivolte a un fine», quindi noi oggi ci domandiamo ancora cosa sia il Bene e cosa il male. 🤔 Riusciamo a distinguere uno scopo apparentemente buono e desiderabile da uno malvagio, egocentrico ed egoista? Stando sempre al grande filosofo greco, tutti gli uomini aspirano al bene supremo, all’ottimo.. ma cos’è? La felicità del vivere bene! 🤩
L’etica, è dunque la disciplina filosofica che riflette su come sia possibile per gli uomini realizzare la felicità.
Ma essa è forse fare ciò che si vuole? Ciò che i desideri suggeriscono di attimo in attimo?
Forse si dovrebbe riprendere in esame i propri stili di vita, esattamente da dove cominciò la discussione di Aristotele. Chiediamoci: qual è il nostro compito in questa vita? Realizzare le potenzialità di cui si è dotati? L’uomo è l’unico animale fornito della capacità di discutere su ciò che è giusto o non lo è, quindi la funzione peculiare dell’essere umano consiste nell’essere in grado di esercitare la ragione e tutto ciò che le è connesso. 🙏
Ma non solo. Aristotele ci parla anche di virtù, che significa perfezione, eccellenza, quindi saper svolgere nel modo migliore le proprie funzioni: lo stiamo facendo davvero? 🧐

Vi mettiamo qui di seguito un interessante brano che può essere spunto di riflessione per una maggior consapevolezza sulle scelte che si fanno.
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«Nel mondo occidentale, il sistematico sterminio degli animali avviene senza che ve ne sia consapevolezza e che venga ingenerato senso di colpa: non è considerazione secondaria che, in modo del tutto analogo, anche le forme di violenza legittima intraspecifiche, che hanno luogo cioè all’interno della specie umana (pena di morte, orridi sistemi carcerari, punizioni fisiche sui bambini,…) non siano oggetto di studio, in se stesse e nelle loro conseguenze sociali , se non in modo indiretto e marginale come per esempio attraverso l’estensione degli studi di Milgram sull’ obbedienza distruttiva. 🐰🐮🐷🐔
Di fatto sono molti i meccanismi che consentono il perpetuarsi dell’attuale stato di cose, permettendo di non riconoscere il male, proprio perchè legalizzato, insito nel rapporto con gli altri animali: si tratta di meccanismi inconsci, tesi a proteggerci dall’angoscia che potrebbe esplodere se la realtà in atto venisse riconosciuta. La cornice antropocentrica in cui ci muoviamo è centrale per fare chiarezza, perchè induce a misconoscere l’animale come essere sofferente e senziente, e finisce per reificarlo, negandone la natura che gli è propria: ne è estrema testimonianza la sagoma, non raramente usata a scopo pubblicitario, di una mucca divisa in parti corrispondenti ad altrettanti “pezzi” destinati a variegati trattamenti culinari: l’essenza stessa dell’animale è negata in favore della sua riduzione a cibo. 🍗🍖🌭
A questa imprescindibile cornice cognitiva, si affiancano rimozione e negazione del problema, rese possibili dal nascondimento dell’eccidio, che è parte integrante del meccanismo di obnubilamento delle coscienze: è incredibile che pur essendo miliardi gli animali imprigionati negli allevamenti intensivi e macellati, sia possibile che neppure l’ombra della loro presenza venga in contatto con moltissima parte della gente, che mai, nel corso di un’intera vita, li vede in carne e ossa, nella loro interezza anzichè ridotti a cibo. […] occorre poi altro, che il mangiare gli animali abbia assunto nelle nostre coscienze i caratteri della normalità, dell’essere un comportamento naturale e necessario, al di là e contro ogni evidenza scientifica e logica, tanto da consentirci di negare la responsabilità delle nostre scelte, intese come atti secondo natura. Da qui il paradosso, la falla logica che costringe a dovere quotidianamente argomentare le ragioni delle scelte vegetariane e vegane, giudicate contro natura, a fronte dell’acritica accettazione della banalità del male contenuta nel nutrirsi di cadaveri animali. Falla logica per altro evidenziata già un paio di millenni fa da Plutarco quando diceva: *Mi domandi per quale ragione mi astengo dal mangiare carne. Io d’altra parte mi meraviglio come tu possa appressarti alle labbra la carne del morto animale, mi meraviglio che non trovi ripugnante masticare la carne di animali scannati e smembrati*». ❤️

(tratto da Perchè amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche, di Melanie Joy, Edizioni Sonda)

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